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Buon 40° compleanno, Codice Internazionale! IBFAN Italia festeggia con una nuova edizione de “Il Codice Violato”
Oggi, 21 maggio 2021, il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno compie 40 anni. IBFAN Italia celebra questa ricorrenza con la pubblicazione di una nuova edizione de “Il Codice Violato”, il racconto delle persistenti violazione del Codice Internazionale, a dimostrazione che dopo 40 anni ce n’è bisogno più che mai.
Per scaricare “Il Codice Violato 2021″ clicca qui.
21 Maggio 2021
Dante e il Giro d’Italia sono indubbiamente importanti. Ma lo è ancora di più, è anzi essenziale, l’allattamento, senza il quale l’evoluzione della specie sarebbe stata diversa: non esisterebbe il meraviglioso mammifero donna, e non ci sarebbero, ovviamente, né sommi poeti né sommi ciclisti.
Essendo di vitale importanza proteggere l’allattamento, non si possono non festeggiare i 40 anni del Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno, che 40 anni fa, il 21 maggio 1981, l’Assemblea Mondiale della Sanità approvò a Ginevra. Nome lungo e impegnativo di una norma nata per proteggere l’allattamento dalle interferenze commerciali in tutto il mondo. Gli 11 articoli iniziali sono periodicamente aggiornati con successive Risoluzioni dell’Assemblea Mondiale della Sanità per chiarire punti controversi, fronteggiare nuove strategie di marketing e aggiornare il testo in base a nuove prove scientifiche, che continuano a confermare la superiorità dell’allattamento su qualunque tipo di formula artificiale ultra-processata.
Quest’anno, per celebrare i primi 40 anni del Codice Internazionale, IBFAN Italia ha voluto fare un doppio regalo, aggiornandone la traduzione in italiano con tutte le più recenti Risoluzioni e realizzando un’edizione straordinaria de Il Codice Violato.

Nel Codice Internazionale si forniscono precise indicazioni alle Autorità, ai servizi sanitari, all’industria e ai Governi su come rispettarlo impedendo le violazioni; si precisano anche le caratteristiche delle etichette e si pone l’attenzione sulla qualità dei prodotti, a difesa anche delle mamme che decidono di non allattare o che sono affette dalle rarissime controindicazioni all’allattamento.Ciò non toglie che con la diffusione di internet e degli smartphone, le ditte riescano facilmente a violare il Codice Internazionale e ad aggirare la legislazione nazionale: hanno siti, club per mamme e bambini, mailing list, pagine Facebook, app, blog, pagine di influencer che spesso veicolano informazioni scorrette e certo non libere da conflitti di interessi, agendo modalità sempre più subdole e insidiose di marketing.Per far rispettare il Codice Internazionale e monitorarne violazioni e risultati, vigila dalla sua nascita l’International Baby Food Action Network (IBFAN) con sue diramazioni in quasi 200 paesi: IBFAN Italia è un’organizzazione senza fini di lucro, indipendente, impegnata ad agire nel rispetto del vigente ordinamento giuridico e dei valori sanciti dalla Costituzione Italiana, attraverso l’utilizzo di metodi non violenti.Perché tanto interesse rispetto a un argomento che dovrebbe esser semplicemente scontato, essendo prassi della fisiologia della nutrizione infantile?
Ancora oggi l’allattamento potrebbe salvare la vita di 830.000 bambini sotto i 5 anni, ogni anno, nel mondo. Si calcola che il 22% dei decessi neonatali potrebbero essere evitati se le donne potessero attaccare al seno i propri bambini entro la prima ora dopo la nascita (un neonato che riceve latte materno entro 1 ora dalla nascita ha circa il triplo di probabilità di sopravvivere rispetto a uno allattato il giorno successivo al parto). Nei paesi più poveri, i bambini alimentati con formula (spesso troppo diluita per far durare di più le costose confezioni, sciolta in acqua non potabilizzata e somministrata in biberon non sterilizzati) hanno una probabilità 15 volte maggiore di morire di polmonite e 11 volte maggiore di morire di diarrea rispetto a quelli che sono allattati esclusivamente nei primi 6 mesi di vita.La formula artificiale è anche un grande nemico dell’ambiente: molti studi lo hanno dimostrato e un articolo pubblicato sull’autorevole British Medical Journal ha messo in evidenza il legame tra la produzione e l’utilizzo della formula artificiale e l’inquinamento ambientale: i dati evidenziano che per produrre un chilo di formula artificiale in polvere occorrono 4.700 litri di acqua. IBFAN Italia ha recentemente tradotto e diffuso il documento Green feeding sull’importanza per l’ambiente dell’allattamento e dell’uso di cibi locali in famiglia; il documento raccoglie una serie di dati e riflessioni sull’impatto ambientale dell’alimentazione con formule e baby food industriale, ed esorta tutti i livelli a proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento e l’alimentazione complementare ottimali per contribuire in modo semplice e diretto alla salute globale degli esseri umani e del pianeta[1].Vi è poi il problema dell’energia spesa per scaldare l’acqua per preparare la formula in polvere e dei rifiuti generati dalle confezioni di formule per neonati e dei vari ingredienti che vengono nel processo industriale (i vari oli vegetali, vitamine, minerali, ecc. che producono ulteriore inquinamento). Ogni madre che allatta i propri bambini per i primi sei mesi evita l’emissione in atmosfera di un quantitativo di CO2 che va da 95 a 153 kg. Se solo tutte le madri nel Regno Unito seguissero le linee guida governative sull’allattamento, potrebbero risparmiare all’ambiente un tasso di inquinamento pari a quello prodotto da circa 77.000 auto[2].In questo momento difficile di pandemia, IBFAN Italia ha cercato di esser accanto alle gestanti e neomamme con informazioni chiare e rassicuranti in merito all’allattamento in sicurezza [3] tenendo conto del fatto che istituzioni nazionali e internazionali hanno ampiamente specificato che le donne con COVID-19 possono allattare, se lo desiderano, facendo attenzione all’igiene respiratoria e alla pulizia delle mani e degli oggetti. Ci sono pervenute da diverse parti d’Italia segnalazioni da parte di donne che al momento del vaccino antiCovid-19 sono state messe davanti a un bivio: o si vaccinano o smettono di allattare, complice un modulo di consenso informato non ancora aggiornato. Per questa ragione IBFAN Italia ha scritto al Ministero della Salute, insieme ad altre Associazioni come il Mami e La Leche League, chiedendo l’urgente revisione del modulo di consenso informato, aggiornandolo per quanto riguarda la compatibilità tra vaccini e allattamento[4]. Peraltro recenti studi hanno dimostrato che il latte materno fornisce gli anticorpi contro il SARS CoV-19[5] e costituisce una vera e propria terapia contro il Covid-19.La forza straordinaria del monitoraggio dell’applicazione del Codice Internazionale risiede in ognuno dei volontari di IBFAN Italia e di altre Associazioni di tutela della Salute materno infantile e in professionisti della Salute motivati, che segnalano, tengono corsi di formazione, lavorano in modo indipendente da interessi commerciali. E in mamme e genitori sempre più consapevoli che segnalano violazioni colte in ospedale, nei consultori e ambulatori pediatrici, al supermercato, sulle riviste, in tv o navigando sui siti o nei social.A tutti coloro che rispettano il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno e si adoperano affinché non venga violato, grazie, e buon compleanno, Codice Internazionale!
[2] http://www.ibfanitalia.org/il-sostegno-allallattamento-e-un-imperativo-ambientale/; http://www.ibfanitalia.org/wp-content/uploads/2015/10/climate-change-2015_ita.pdf
[3] http://www.ibfanitalia.org/alimentazione-dei-lattanti-e-dei-bambini-piccoli-nel-contesto-covid-19/; http://www.ibfanitalia.org/le-madri-covid19-vanno-separate-dai-loro-bambini-primo-non-nuocere/
[4] http://www.ibfanitalia.org/vaccinazione-anti-covid-e-allattamento-consenso-informato
[5] http://www.ibfanitalia.org/il-latte-materno-fornisce-gli-anticorpi-contro-il-sars-cov-2/