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Il Governo Francese lancia un appello per il ritiro globale delle formule Lactalis

Avevamo già dato notizia dell’incidente francese e, ora che ne sta uscendo la gravità e la dimensione globale, ribadiamo l’urgenza di regolare l’etichettatura delle formule in polvere per adeguarla alle misure di sicurezza raccomandate da OMS e FAO. Ne va della salute dei neonati che, propriamente o più spesso impropriamente, sono alimentati con questi prodotti. Si tratta di una misura urgente di protezione, della cui attuazione abbiamo chiesto Ministero della Salute di farsi garante in Italia e promotore nell’Unione Europea, inviando copia di questo comunicato stampa alla ministra Lorenzin. E abbiamo chiesto al  Tavolo ministeriale per l’Allattamento al Seno tramite il suo presidente Dr. Davanzo, di fornire il suo efficace aiuto per poter agire con urgenza prima che si verifichino anche in Italia epidemie simili a quella francese.

Il Governo Francese lancia un appello per il ritiro globale delle formule Lactalis

Fonte: http://www.babymilkaction.org/archives/15630

14.12.2017

Ci sono voluti quasi dieci giorni al Governo francese per rispondere allo scandalo dell’estesa contaminazione dei latti in polvere prodotti dal gigante francese dell’industria lattiera Lactalis[1]. 25 neonati in Francia si sono ammalati dopo essere stati nutriti con latte formulato contaminato dal pericoloso batterio della Salmonella[2].

L’11 dicembre il governo francese ha finalmente emanato l’ingiunzione di ritiro di oltre 600 lotti, corrispondenti a più di 700 tonnellate di prodotti potenzialmente contaminati. Ciò significa che tutte le confezioni di questi prodotti devono tornare al  produttore ed essere distrutte, e nessuna deve essere consumata o esportata[3].

Il Ministro francese della Salute ha confermato che è piuttosto raro che il governo sia in dovere di prendere ‘misure così massicce’. Ha fatto chiudere le fabbriche della Lactalis e richiesto che la società adotti ‘misure correttive’ prima di poterle riaprire[4]. La lista di tutti i prodotti ritirati dal Ministero francese della Finanza e dell’Economia include più di 20 paesi, oltre alla Francia: Regno Unito, Cina, Pakistan, Bangladesh, e anche altri genericamente siglati come ‘Africa’ e ‘Asia’. Il portale del RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed – Sistema Rapido di Allerta per il Cibo e la Nutrizione) dell’Unione Europea elenca anche Burkina Faso, Cambogia, Congo (Brazzaville), Gabon, Madagascar, Mali e Togo[5].

L’International Baby Food Action Network (IBFAN – Rete Internazionale di Azioni per l’Alimentazione Infantile), la rete globale dei cittadini che proteggono la salute infantile, sta sensibilizzando da molti anni riguardo le formule contaminate, sapendo che la contaminazione può accadere in ogni parte della catena produttiva e distributiva. A causa della confusione su dove siano stati esportati i prodotti contaminati, IBFAN sta mobilitando i suoi gruppi locali perché controllino se qualche lotto sia presente nei punti vendita al dettaglio. Alcuni sono stati trovati in paesi non specificati nella lista, come l’Afghanistan.

Nel frattempo, all’incontro del Codex Alimentarius a Berlino[6], si sono aspramente discusse le raccomandazioni dell’OMS[7]. L’OMS ha chiare regole sull’etichettatura e la commercializzazione dei prodotti destinati ai bambini piccoli, e sulle azioni che i governi dovrebbero intraprendere per proteggere la salute e la sicurezza infantile. La Commissione per il Codex dell’OMS/FAO stabilisce degli standard globali per gli scambi commerciali degli alimenti, e IBFAN lavora fin dal 1995 per portare gli Standard del Codex in linea con le raccomandazioni OMS. Durante l’incontro, la delegazione governativa francese formata da 4 persone – 3 delle quali rappresentanti di aziende del baby food – ha sostenuto la posizione degli Stati Uniti sul fatto che non fosse  opportuno allinearsi alla policy dell’OMS.

Alison Linnecar, portavoce di IBFAN sui contaminanti: “IBFAN continua a richiedere etichettature chiare, che avvisino appropriatamente i genitori e chi si prende cura dei bambini dei rischi intrinseci delle formule in polvere. Il Regno Unito è uno dei pochi paesi che richiede che le confezioni riportino le istruzioni che il prodotto deve essere mescolato con acqua che è stata bollita e lasciata raffreddare a non meno di 70°C. L’OMS suggerisce che la ricostituzione con acqua a questa temperatura ucciderà la maggior parte di questi batteri comunemente presenti, che sono resistenti al calore e quindi richiedono temperature elevate per essere inattivati/uccisi.”

Patti Rundall, portavoce Global Advocacy di IBFAN: “È veramente importante che i genitori siano pienamente informati dei rischi intrinseci di questi prodotti – in troppi vedono le confezioni idealizzate e gli slogan nutrizionali e di salute e credono
che queste formule siano sicure e nutrienti quasi come il latte materno. I governi devono attivarsi per fermare questo inganno e fare regolare e indipendente sorveglanza e controlli di sicurezza postproduzione. Non è una cosa buona contare sul fatto che le aziende auto-monitorino le proprie attività.”

Per maggiori informazioni contattare:

Alison Linnecar, IBFAN global working group on chemical and microbiological contamination of infant feeding products + 33 450 56 40 80, for text messages: + 33 622 18 72 88 http://ibfan.org/infant-and-young-child-feeding-health-and-environmental-impacts

Dr. J P Dadhich MD (Paediatrics); FNNF; PG-DDN Director – Technical, BPNI, IBFAN Global Council; Sub-regional Representative – IBFAN South Asia, +91-11-27312705; +91-11-27312706 jpdadhich@bpni.org www.bpni.org

Patti Rundall, Policy Director, Baby Milk Action IBFAN UK +44 7786 523493 prundall@babymilkaction.org – www.babymilkaction.org

Per il sito internazionale di IBFAN con maggiori informazioni sui contaminanti: CLICCA QUI e QUI

SCARICA IL COMUNICATO STAMPA IN PDF

[1] Il Gruppo Lactalis, con sede a Craon, Mayenne, in Francia, è una società lattiera di proprietà della famiglia Besnier. È uno dei gruppi industriali che produce latticini più grandi nel mondo, con un fatturato annuo per esportazioni in tutto il mondo di 17 miliardi di € (dato del 2016). I marchi che appartengono a Lactalis violano sistematicamente il Codice.
[2] Il batterio Salmonella Agona può causare gastro-enteriti, setticemie e anche meningiti. Può moltiplicarsi al di fuori dell’intestino, insediarsi nelle giunture e causare infezioni secondarie nelle articolazioni. Lactalis afferma di monitorare e ispezionare tutti i lotti. Il Ministero francese dei Consumi e della Repressione delle Frodi afferma di svolgere ‘regolari controlli’.
[3] La lista include i nomi dei prodotti e i numeri dei lotti, ed è visionabile QUI.
[5] Per il portale RASFF dell’Unione Europea: CLICCA QUI o vedi https://ec.europa.eu/food/safety/rasff/portal_en
I paesi nella lista francese includono i seguenti, ma la lista usa delle abbreviazioni e ciò rende necessari ulteriori controlli: Algeria, Bangladesh, Cina, Colombia, Repubblica Ceca, Georgia, Grecia, Iraq, Arabia Saudita, Libano, Monaco, Marocco, Pakistan, Perù, Romania, Serbia, Sudan, Taiwan, Regno Unito. Il RASFF dell’Unione Europea definisce il rischio decisionale come ‘Serio’.
Il rapporto di monitoraggio di IBFAN/ ICDC “Breaking the Rules, Stretching the Rules 2017” mostra che LACTALIS viola sistematicamente il Codice Internazionale: vedi Lactalis BTR 2017 Report. CLICCA QUI per il rapporto completo sulle principali aziende e per il download gratuito dell’Executive summary.
Il sito della Lactalis afferma che uno dei suoi prodotti, CELIA formula di proseguimento in polvere per lattanti, può essere ricostituita in una soluzione al 13.5% di acqua minerale o acqua bollita. Nessun accenno al fatto che l’acqua minerale è rischiosa o al fatto che l’acqua deve essere a 70°C al momento della ricostituzione. Si veda http://www.celia-nutrition.com/products/infant-formulas/celia-develop-2/

ibfan_ap

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