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DI CHE SI TRATTA, ovvero: come la promozione di sostituti del latte materno, biberon e tettarelle minaccia l’allattamento

– Perché allattare

– I rischi del non allattamento

– Allattare è… una risorsa per il futuro!

– Le raccomandazioni attuali

– Quante donne allattano secondo le raccomandazioni

– Come mai poche madri allattano secondo le raccomandazioni

– Come la promozione di sostituti del latte materno, biberon e tettarelle può mettere in pericolo l’allattamento

 

– PERCHE’ ALLATTARE

Il latte materno è specie specifico, viene spesso definito come “sangue bianco” perché somiglia più ad un tessuto vivente che ad un semplice alimento. Contiene proteine, grassi, zuccheri, sali minerali, vitamine, ormoni, enzimi, anticorpi, globuli bianchi e molte altre sostanze nelle proporzioni giuste per il cucciolo d’uomo. L’allattamento comporta un rapporto stretto fra mamma e bambino: il contatto pelle-a-pelle, lo stare in braccio, la suzione dal seno sia come risposta alla fame e alla sete che al bisogno di consolazione sono pratiche che fanno parte delle aspettative di qualsiasi bebè, e che rappresentano il modo naturale di prendersi cura del cucciolo umano, nei suoi primi anni di vita.

Ulteriori informazioni negli approfondimenti “Allattamento: per saperne di più”.

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-I RISCHI DEL NON ALLATTAMENTO

Parlare dei “vantaggi” dell’allattamento al seno rispetto all’alimentazione al biberon può trasmettere l’implicito messaggio che il seno sia “meglio”.

L’allattamento in realtà è normale: è l’alimentazione artificiale che comporta maggiori rischi per la salute dei bambini e non l’allattamento a renderli più sani!

In Italia come in tutti i paesi del mondo, i bambini non allattati o allattati in modo misto o per brevi periodi sono a maggior rischio di contrarre malattie come diarrea, malattie respiratorie, otite, infezioni alle vie urinarie, diabete mellito, allergie, asma, SIDS (morte improvvisa del lattante), morbo di Crohn.

Inoltre statisticamente in questi bambini si osserva un minor sviluppo cognitivo, minore risposta alle immunizzazioni, maggior incidenza di carie e malocclusioni dentarie, maggior rischio di obesità, maggior rischio di malattie cardiovascolari.

Anche le madri che non allattano corrono dei rischi. Le donne che non allattano hanno una maggior probabilità di andare in contro a anemia, cancro al seno premenopausa, osteoporosi in età avanzata, gravidanze troppo ravvicinate.

I danni derivanti dall’alimentazione artificiale diventano enormi nei paesi in via di sviluppo dove la mancanza di allattamento al seno provoca ogni anno 1,5 milione di morti, per lo più per diarrea: ogni trenta secondi un bambino muore perché non è stato allattato. Nei paesi in via di sviluppo, l’allattamento, da solo, potrebbe evitare il 13% delle morti dei bambini al di sotto di 5 anni (The Lancet, Vol 362, July 5 2003, pg. 13). Sono molti di più i bambini che si ammalano con conseguenze gravi per il loro benessere psicofisico e con grande disagio per tutta la famiglia.

L’allattamento al seno viene considerato come il primo rimedio non farmacologico per diminuire la mortalità infantile nel mondo (Black RE, Morris SS, Bryce J, Where and why are 10 million children dying every year? Lancet 2003; 361: 2226-34).

Ulteriori informazioni sui rischi del non allattamento:

– American Academy of Pediatrics, Allattamento e uso del latte umano, Policy Statement, Pediatrics, Vol. 115 No. 2, February 2005 (in italiano)

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– ALLATTARE E’… UNA RISORSA PER IL FUTURO!

Allattare non solo tutela la salute dei bambini e delle loro madri, ma fa risparmiare un sacco di soldi sia alle famiglie che ai sistemi sanitari e persino ai bilanci di intere nazioni.

Il latte materno è sempre pronto, alla giusta temperatura, non richiede di essere trasportato, preparato, scaldato. Una donna per produrre latte ha bisogno soltanto di circa 500 calorie giornaliere in più. Allattare non produce rifiuti, non richiede l’uso di combustibili fossili, non consuma risorse altrimenti utilizzabili.

In un mondo dove la maggior parte delle persone non ha accesso all’acqua pulita, in cui lo smaltimento dei rifiuti e le conseguenze derivanti dall’emissione di gas serra sono problemi sempre più difficili da risolvere, allattare è una risorsa per garantire alle generazioni future un mondo più pulito e più equo.

Ulteriori informazioni sul questo tema:

– Documenti della Settimana dell’Allattamento Materno 1997 dedicata a “Allattamento: Alimentazione secondo natura”

– “Neo Seno” un manifesto ironico sulla naturalità dell’allattamento al seno

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– LE RACCOMANDAZIONI ATTUALI

Per tutti i motivi di cui sopra, l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) chiede che si promuova, protegga e sostenga l’allattamento al seno esclusivo per sei mesi, come raccomandazione di sanità pubblica universale, e che si continui ad allattare, con l’aggiunta di altri alimenti sicuri ed appropriati, fino a due anni ed oltre (Risoluzione dell’Assemblea Mondiale della Salute 54.2 del 2001, Strategia Globale sull’Alimentazione Infantile, 2004).

L’Europa ha recepito queste raccomandazioni nel documento “Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: raccomandazioni standard per l’Unione Europea”.

Per quanto riguarda l’Italia, il Ministero della Salute ha emanato nel 2007 le “Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promozione ed il sostegno dell’allattamento al seno” – Deliberazione del 20/12/07 pubblicata sulla G.U n.32 del 7/2/08.

“Il figlio di un milionario che non è allattato è meno sano di un bambino esclusivamente allattato al seno che sia figlio di una madre del gruppo sociale più povero.” (Professor J. Stewart Forsyth, Ospedale e Facoltà di Medicina Ninewell, Dundee, Scozia, 2006)

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– QUANTE DONNE ALLATTANO SECONDO LE RACCOMANDAZIONI

Secondo l’OMS, ogni madre virtualmente può allattare, purchè abbia informazioni adeguate, sostegno ed incoraggiamento da parte della famiglia, dei sistemi sanitari e della società.

Tuttavia, sono ancora troppi in tutti i paesi del mondo i bambini che non vengono allattati o per i quali l’allattamento termina precocemente. Meno del 50% dei bambini è allattato in modo esclusivo a sei mesi di vita e ancora in molti paesi l’allattamento termina troppo presto.

In Italia, quasi tutte le mamme iniziano l’allattamento (circa il 90%) ma dopo tre mesi, però, il 30% delle madri ha già interrotto l’allattamento e la metà di quelle che allattano lo fanno in modo misto. A sei mesi, vengono ancora allattati soltanto la metà dei bambini italiani, e la durata media dell’allattamento nel nostro paese è di circa 7 mesi e mezzo. Sarebbero soltanto il 2% dei bambini italiani quelli che vengono allattati in modo esclusivo a sei mesi di vita, e circa il 12% quelli ancora allattati ad un anno di vita.

Bibliografia: – Giovannini M, Riva E, Banderali G, Scaglioni S, Veehof SH, Sala M et al. Feeding practices of infants through the first year of life in Italy. Acta Paediatr 2004; 93(4):492-497.

– Cattaneo et al., Infant feeding and cost of health care: A cohort study Acta Paediatrica 2006: 540-546

– Statistiche ISTAT dal sito del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute

– Statistiche UNICEF sull’allattamento mondiale

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– COME MAI POCHE MADRI ALLATTANO SECONDO ALLATTANO SECONDO LE RACCOMANDAZIONI

L’allattamento è un processo naturale ed ogni mamma può allattare, tranne circoscritte eccezioni dovute a cause mediche specifiche. Tuttavia i sostituti del latte materno, comparsi nel 19° secolo come alimento salva-vita per i neonati abbandonati, oggi vengono usati per la maggioranza dei neonati e dei bambini.

Sono molte le cause di questo, fra cui le principali:

– La mancanza di conoscenze circa l’importanza dell’allattamento per la salute di mamme e bambini e sulla fisiologia della lattazione.

– L’opinione comune secondo cui “seno o biberon sono la stessa cosa”, diffusasi nel secolo scorso ma purtroppo ancora in voga.

– Pratiche sanitarie non favorevoli al buon inizio e proseguimento dell’allattamento, come la separazione fra madri e neonati subito dopo il parto, l’allattamento ad orari, la doppia pesata, il tenere mamme e bambini in camere separate: pratiche dannose e oramai riconosciute come poco scientifiche, e tuttavia utilizzate ancora in molti reparti maternità.

– La mancanza di informazioni corrette e di sostegno per riuscire ad allattare.

– Mancanza di figure che offrano alle madri aiuto competente per affrontare e superare eventuali problemi dovuti ad inizio difficile o ad altre cause.

– Mancanza di incoraggiamento da parte dei familiari, e mancanza di punti di riferimento per le madri che allattano.

– Il fatto che i sostituti del latte materno siano entrati nel mercato come tutti gli altri prodotti commerciali, ovvero le ditte che li producevano hanno messo in atto tutte le strategie di mercato atte ad aumentarne la vendita e la diffusione, spesso con la complicità del sistema sanitario (come ad esempio la distribuzione di campioni gratuiti o la presenza di persone pagate delle compagnie negli ospedali).

Il “Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno” è nato proprio per impedire che la promozione dei sostituti del latte materno debba competere con l’allattamento.

Oggi molte pratiche commerciali sono vietate, ma ne esistono ancora altre che continuano a minare l’allattamento.

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– COME LA PROMOZIONE DI SOSTITUTI DEL LATTE MATERNO, BIBERON E TETTARELLE PUÒ METTERE IN PERICOLO L’ALLATTAMENTO

In passato, le compagnie regalavano campioni di latte artificiale alle madri che partorivano, e le pubblicità del latte artificiale erano molto aggressive. Le madri quindi facilmente utilizzavano il latte artificiale, e così facendo il loro seno cessava di produrre latte (il seno produce latte quando il bambino poppa frequentemente e efficacemente) e i bambini si abituavano al biberon.

In questo modo, portavano le madri a dipendere dai loro prodotti.

Oggi queste pratiche sono vietate dalla legge (sebbene continuino ad avvenire, come testimoniano i nostri periodici monitoraggi) ma il problema è lungi da essere risolto.

Le ditte infatti continuano a promuovere i loro prodotti, e mettono a rischio la fiducia delle madri nella loro capacità di allattare in vari modi, ad esempio:

– Presentando l’alimentazione artificiale come migliore o uguale al latte materno.

-Idealizzando l’alimentazione artificiale come più facile, sicura, comoda e viceversa facendo sembrare l’allattamento un processo difficile, doloroso, stressante.

– Dando l’idea che il passaggio al biberon sia la soluzione per tutti i problemi di allattamento, anche i più banali.

– Dando per scontato che l’allattamento sia una tappa necessariamente di breve durata, e che tutti i lattanti debbano prima o poi passare al biberon.

– Dando ai loro prodotti un’idea di validità scientifica, tramite il collegamento con figure mediche o società scientifiche nelle pubblicità.

– Confondendo le madri con informazioni ambigue o addirittura errate sull’alimentazione dei bambini piccoli o delle nutrici.

– Nascondendo i danni legati all’alimentazione artificiale.

– Contribuendo a diffondere immagini della “cultura del biberon” dove biberon e succhiotti vengono considerati normali simboli dell’infanzia e l’alimentazione artificiale è la norma, mentre l’allattamento è una pratica riservata ai primissimi mesi di vita del bambino per le poche “fortunate” che hanno il latte.

Numerosi esempi di quanto sopra sono contenuti nelle edizioni de “Il Codice Violato” e “Occhio al Codice”.

Lo scopo di IBFAN è proprio quello di contrastare queste pratiche scorrette, vigilando sull’attuazione del “Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno OMS/UNICEF”.

Per saperne di più sul Codice clicca qui: Home > Il Codice

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