L’EFSA (Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare) ha recentemente pubblicato un documento in cui aggiorna le sue raccomandazioni sulla composizione dei latti artificiali di partenza e di proseguimento (indicati rispettivamente con le sigle IF e FOF). Il documento originale si può scaricare direttamente dal sito dell’Ente:
Alcune delle affermazioni contenute nel comunicato stampa dell’EFSA ci sembrano degne di nota, e ve le proponiamo seguite dal nostro commento:
“Non c’è bisogno di aggiungere alla formula per lattanti e di proseguimento acido arachidonico, acido eicosapentaenoico, oligosaccaridi non assimilabili (i cosiddetti prebiotici, ndt), probiotici o simbiotici, cromo, fluoro, taurina e nucleotidi” e ancora “Per i latti di proseguimento, al contrario che per quelli iniziali, non è necessario aggiungere I-carnitina, inositolo e colina”. Il Codice vieta ormai dal 2005 l’uso di claim nutrizionali o di salute usati per promuovere l’alimentazione artificiale; del resto anche IBFAN sostiene da anni che, se si dimostra che un ingrediente aggiunto al latte artificiale è benefico o necessario, dovrebbe essere reso obbligatorio per tutti i prodotti presenti sul mercato, e non usato per aumentare le vendite. In questo caso, l’EFSA conferma quello che sosteniamo da anni, ovvero che non esistono studi scientifici sufficienti per avvalorare le aggiunte di probiotici, prebiotici e altre sostanze al latte artificiale, eppure non solo queste sostanze vengono ancora oggi aggiunte, ma si fanno pagare di più questi prodotti e si presentano come più salutari o simili al latte materno, ingannando così i genitori!
In particolare, ad esempio:
- sull’inutilità degli oligosaccaridi (prebiotici), l’EFSA si era già pronunciata nel 2010 bocciando un claim salutistico della Danone e giudicando inconsistenti le prove atte a dimostrare che l’aggiunta di questi alle formule giovasse in qualche modo al sistema immunitario del lattante.
- Per quanto riguarda la carnitina, questa sostanza (importante per la produzione di energia) viene prodotta dall’organismo, e quindi tranne in casi particolari (come nei lattanti prematuri) non risulta carente. Del resto, pare che il latte vaccino ne contenga abbondantemente, quindi non c’è motivo di aggiungerla.
- La taurina è un aminoacido presente nel latte umano, ma non in quello vaccino, e quindi per anni lo si è aggiunto al latte artificiale. Secondo studi recenti, tuttavia, aggiungere taurina ai latti formulati (di partenza o di proseguimento) non porta a dimostrabili benefici per la salute del lattante.
- I nucleotidi sono precursori degli acidi nucleici e sono contenuti nel latte materno a dosi molto maggiori rispetto a quello vaccino. Sono importanti sostanze che regolano il metabolismo, coinvolte nel funzionamento del sistema gastro-intestinale e in quello immunitario. La loro aggiunta ai latti formulati è diffusa e vi sono studi che dimostrano una certa efficacia nel ridurre (almeno in parte) il numero di episodi di diarrea a cui sono molto più esposti i lattanti che ricevono latte artificiale. Tuttavia, altri studi non mostrano alcun effetto e per questo le evidenze sono controverse ed evidentemente ritenute dall’EFSA insufficienti per raccomandarne l’uso.
- L’inositolo è un fattore di crescita essenziale, sintetizzato dall’organismo umano e presente nel latte materno. Le conoscenze attuali mostrano che, mentre potrebbe essere utile nei latti di partenza, non c’è alcun motivo valido per aggiungerlo ai latti di proseguimento. Lo stesso discorso è valido per la colina (precursore di fosfolipidi che formano le membrane cellulari del cervello).

Latte di proseguimento con prebiotici, nucleotidi e carnitina: peccato che l’EFSA abbia dichiarato inutili questi ingredienti, sia nel latte di partenza ma ancora di più in quello di proseguimento. Eppure vengono evidenziati sull’etichetta per conferire al prodotto un’aurea di scientificità e ovviamente per farlo pagare di più…
L’EFSA afferma anche che non ritiene utile offrire indicazioni per la formulazione di latti artificiali da usare dopo l’anno di vita del bambino (si è difatti già pronunciata più volte circa l’inutilità dei latti di crescita) e che sicurezza e appropriatezza di ogni specifico latte iniziale e di proseguimento contenente proteine idrolizzate dovrebbe essere stabilita tramite una valutazione clinica effettuata sulla popolazione-bersaglio precedentemente al loro uso – frase che evidentemente mette il consumatore nella posizione di ritenere che attualmente si mettano in commercio prodotti contenenti sostanze ancora non ben sperimentate e provate, usando quindi i lattanti come cavie inconsapevoli.
Sempre nello stesso documento, si fissano le dosi di macro e micro nutrienti, e in particolare gli esperti dell’EFSA diminuiscono la quantità massima di proteine consentite nella formula di partenza e di proseguimento. A questo proposito, notiamo che questo non cambierà granché nella sostanza; infatti i produttori di formula sono da tempo orientati per rimanere vicini ai limiti minimi indicati per le proteine, onde limitare almeno in parte l’eccesso proteico a cui sono necessariamente esposti i lattanti alimentati artificialmente, e che potrebbe favorire l’insorgenza di obesità negli anni successivi.
La notizia è stata ripresa da Help Consumatori: http://www.helpconsumatori.it/alimentazione/alimenti-per-linfanzia-efsa-abbassare-proteine/84382
Per approfondire sulla composizione dei latti artificiali, qui si possono consultare e scaricare due pubblicazioni (in lingua inglese):
http://www.firststepsnutrition.org/newpages/Infants/infant_feeding_infant_milks_UK.html
http://www.firststepsnutrition.org/newpages/fortified_milks_for_children.html
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