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Latte con il trucco in Vietnam: OMS e UNICEF dicono “basta”

WHO Viet Nam

Ben oltre la metà dei bambini del mondo nasce in Estremo Oriente. E si dà il caso che in quegli stessi paesi, noti come tigri asiatiche, ci siano anche le condizioni ideali per convincere le famiglie e le madri a passare all’alimentazione artificiale: tassi di crescita economica positivi da anni, maggiore reddito disponibile per le famiglie, aumento costante delle donne che lavorano fuori casa, progressiva transizione dalla famiglia tradizionale a quella nucleare tipica delle società industrializzate, medicalizzazione della gravidanza, del parto e del puerperio, oltre che della nutrizione. Non sorprende che produttori e distributori di sostituti del latte materno si facciano la guerra tra loro, oltre che alla società e alle istituzioni, per guadagnare fette di mercato. Qualche governo, nel tentativo di mettere un argine per lo meno al marketing sfrenato delle ditte sia locali sia multinazionali, emana leggi restrittive, che non sono altro che applicazioni alla lettera del Codice Internazionale. Lo ha fatto l’India quando nel 2002 ha bandito qualsiasi pubblicità di qualsiasi cibo destinato a minori di 2 anni. Lo ha fatto il Vietnam che da gennaio 2013 proibisce la pubblicità dei latti per i bambini fino a 2 anni, e cioè dei latti iniziali, di quelli di proseguimento e di quelli di crescita (conosciuti anche come latti 1, 2 e 3).

Che cosa si sono inventate le ditte per aggirare la legge? Hanno cambiato nome ai latti 2 e 3; non si chiamano più latti di proseguimento e di crescita, si chiamano alimenti complementari. Non essendo più dei latti, anche se solo in etichetta, non sono coperti dalla legge e possono quindi essere pubblicizzati. In italia e nel resto d’Europa non è necessario ricorrere a questi volgari trucchi: la legge permette la pubblicità dei latti 2 e 3, in flagrante violazione del Codice Internazionale.
Per fortuna non tutti stanno zitti. OMS, UNICEF e una ONG locale (Alive and Thrive) hanno emesso il 26 settembre 2013 un comunicato stampa in cui denunciano il trucco e chiedono che le ditte e il governo vi pongano rimedio. Non è in ballo solo il rispetto della legge e del Codice Internazionale; ne va dell’allattamento al seno e quindi della salute e della nutrizione di madri e bambini, con gravi conseguenze anche per il sistema sanitario (aumento dei costi), la società e l’ambiente.
Il testo completo del comunicato stampa può essere letto e scaricato all’indirizzo http://www.wpro.who.int/vietnam/mediacentre/releases/2013/who_vtn_pr_26092013_joint_statement_milk_substitutes/en/index.html

Segreteria IBFAN

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