Nutripedia
“Nutripedia, la prima enciclopedia partecipata sulla nutrizione di mamma e bambino. Al fianco di mamme e papà contro le fake news, si arricchisce di nuovi contenuti e strumenti con il primo chatbot dedicato.”1 Qualche giorno fa siamo incappati in questo titolo. Dato che anche noi ci occupiamo di nutrizione di mamma e bambino, non potevamo non proseguire nella lettura dell’articolo, pubblicato dalla redazione salute del Corriere della Sera, sezione pediatria. Alla fine della lettura, e dopo aver sfogliato anche le pagine del sito di Nutripedia,2 dobbiamo confessare rabbia e confusione.
Rabbia nello scoprire che non di enciclopedia (e meno che meno partecipata) si tratta, bensì di marketing. L’iniziativa infatti è promossa e sostenuta dalla Fondazione Istituto Danone. Diranno: ma la Fondazione Istituto Danone non è la multinazionale Danone, presente in Italia con i marchi Mellin, Aptamil e Nutricia; è un istituto di ricerca scientifica indipendente. Risposta: non ce la date a bere. Basta collegarsi alle pagine internet della Fondazione Istituto Danone per rendersi conto immediatamente del legame con la casa madre,3 e per constatare che si tratta di marketing. Basta confrontare la pagina iniziale della Fondazione Istituto Danone con quella di un vero istituto di ricerca come l’Istituto Europeo di Oncologia per capire la differenza tra marketing e scienza.45 A ulteriore dimostrazione dei legami con la casa madre c’è il fatto che la Fondazione Istituto Danone partecipa assieme ai marchi Danone alla sponsorizzazione dell’ottava edizione del congresso “La pediatria nella pratica clinica”, citato dall’articolo del Corriere della Sera e tenutosi a Milano dal 7 al 9 febbraio 2019, con in programma una sessione su Nutripedia. Da notare che gli sponsor, tra i quali si annoverano, oltre a numerose aziende farmaceutiche, altri produttori di sostituti del latte materno (Nestlè, Plasmon, Reckitt Benckiser, Humana, Dicofarm e Menarini, oltre a Mellin, Aptamil e Nutricia), non appaiono nel programma del congresso,6 ma solo sul sito dell’Agenas dedicato ai crediti ECM.7 Infine, il presidente del congresso è lo stesso professore di pediatria dell’università di Milano che guida il manipolo di esperti di Nutripedia.
Si tratta evidentemente di una violazione del Codice Internazionale, così com’è una violazione il farsi sponsorizzare un congresso.8 Questo proibisce infatti il contatto diretto tra produttori e commercianti di sostituti del latte materno e mamme. E su Nutripedia, esperti e genitori,910 con il sostegno finanziario di Danone (oops, della Fondazione Istituto Danone), si rivolgono direttamente alle mamme per dare risposta ai loro dubbi. Sarebbe interessante sapere quanti soldi ricevono da Danone questi esperti e genitori; ma la trasparenza non è di questo mondo. Ma quante sono le mamme che si rivolgono a Nutripedia? Probabilmente nessuna, perché sul sito non ve n’è traccia. Forse per ovviare a questa mancanza, in occasione del congresso “La pediatria nella pratica clinica”, “è stato presentato il primo chatbot dedicato al tema, presto disponibile, per permettere a tutti i genitori di avere accesso immediato all’enciclopedia e raccogliere tutte le informazioni necessarie. Un’innovazione che testimonia come il progetto si stia evolvendo sempre più verso le esigenze dei genitori digitali”. Ma cos’è un chabot? Per chi non lo sapesse, “è un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano”.11 Cioè, se abbiamo ben capito, la mamma chiede e un’assistente virtuale, non in carne ed ossa, le dà una risposta programmata. Programmata da chi? Da Nutripedia, ovviamente, cioè da Danone.
Ma forse, alla domanda “Quando iniziare l’alimentazione complementare”, l’assistente virtuale programmata darà risposte più chiare di questa: “Le diverse Società scientifiche internazionali si esprimono in modo abbastanza concorde sul timing per l’inizio dell’alimentazione complementare: in linea generale, è desiderabile attendere l’età di 6 mesi per introdurre alimenti differenti dal latte materno, raccomandando così l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita. È importante comunque non introdurre alimenti del divezzamento prima dei 4 mesi compiuti o ritardarli dopo i 6 mesi. È altresì consigliabile iniziare a divezzare mentre si sta ancora allattando. A livello individuale, va comunque “personalizzato” il momento di introduzione di alimenti complementari valutando il contesto familiare, il rapporto mamma-bambino, le esigenze specifiche della mamma e la valutazione della crescita e delle competenze neuro-funzionali del lattante. Eventualmente, quindi, l’introduzione dell’alimentazione complementare può avvenire tra i 4 e i 6 mesi (17-26 settimane), ma mai prima del 4° mese compiuto.”12 Voi avete capito quando iniziare? Noi no.
Quanto alle fake news, il sito ne elenca 10.13 Ma scorrendo la lista e leggendo i contenuti sembra di essere di fronte piuttosto a credenze diffuse. Il termine fake news dovrebbe riferirsi infatti ad “articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici con il deliberato intento di disinformare o diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione”.14 Ma su Nutripedia non vi è nessun riferimento ad articoli veicolo delle 10 fake news della lista. Molto più probabile che siano stati i redattori di Nutripedia, e cioè la Fondazione Istituto Danone, a scegliere degli argomenti utili al proprio marketing, catalogandoli come fake news. Niente è meglio di una fake news inventata, per esempio,15 per scoraggiare l’uso del latte di mucca e ribadire l’importanza di usare una formula di proseguimento ricca di ferro (vedi immagine pubblicitaria di Mellin 2).
Infine, un’altra nota dolente. Nutripedia sembra essere stata realizzata anche dagli esperti di RIMMI (Rete Interaziendale Milano Materno Infantile).16 Si tratta, purtroppo, di una rete creata, o per lo meno sostenuta, dall’Agenzia di Tutela della Salute Città Metropolitana di Milano, dalle Aziende socio sanitarie territoriali di Milano e dagli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Si tratterebbe quindi di un’iniziativa del settore pubblico. Ma sarà vero? Forse, ma se a pensar male si fa peccato, è anche vero che a volte ci si azzecca. Un paio di mesi dopo il lancio della RIMMI, il professore di pediatria dell’università di Milano che capeggia il manipolo di esperti di Nutripedia e che l’ha presentata al congresso “La pediatria nella pratica clinica”, ha fatto una presentazione nel corso della quale ha accennato a una piattaforma informatica che sarebbe dovuta diventare “strumento portante per tutta l’architettura organizzativa e operativa della RIMMI”.17 Dato che cercando in internet non si trova traccia di una piattaforma informatica della RIMMI, si è portati a supporre, salvo smentite e dimostrazioni del contrario, che si tratti di Nutripedia. Se è così, altro che settore pubblico; qui si mette la nutrizione di mamma e bambino nelle mani del settore privato (e che privato!).
16 http://www.regioni.it/dalleregioni/2016/09/22/lombardia-rete-interaziendale-milano-materna-infantile-gallera-diventera-modello-per-tutta-la-regione-478248/
17 http://www.unimi.it/news/cataloghi/unicom/Gianvincenzo%20Zuccoti_Percorsi%20integrati%20pediatrici_la%20rete%20RIMMI.pdf
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