… e questa non sarebbe certo una novità, ma stavolta la pubblicità della multinazionale è talmente sfacciata da suscitare un coro di proteste e la condanna dell’OMS e dell’UNICEF.
La notizia è apparsa sul giornale inglese The Independent (è possibile leggere la traduzione in italiano dell’articolo sul sito www.autosvezzamento.it ).
La francese Danone ha lanciato una massiccia campagna pubblicitaria in Turchia promuovendo il suo latte artificiale per bambini di sei mesi di età, insinuando nelle madri turche il dubbio che a questa età del bambino il loro latte potesse non essere più sufficiente, e che in questo caso, per non incorrere in deficit nutritivi, i lattanti avessero bisogno del latte artificiale Aptamil. La campagna promozionale, oltre ad essere particolarmente aggressiva, si faceva forte di presunte raccomandazioni dell’OMS e dell’UNICEF, che hanno intimato a Danone di rimuovere immediatamente qualsiasi riferimento a tali istituzioni dal materiale pubblicitario. Nel frattempo, tuttavia, le vendite di Aptamil sono aumentate di circa il 15%.
Le compagnie oggi cercano di incrementare i loro affari principalmente attraverso tre strategie: la creazione di cibi e bevande cosiddetti “funzionali”, contenenti cioè ingredienti dai presunti effetti benefici per la salute; il mercato dell’alimentazione complementare (cioè cibi e bevande “speciali” per bambini di fascia di età 1-3 anni, che secondo le compagnie non possono mangiare direttamente alla tavola dei genitori) ed infine attirano le compagnie in grandi potenziali mercati di paesi, come la Turchia, che si stanno aprendo alle abitudini e agli stili di vita occidentali, compresi quegli stili di vita non proprio salubri, come l’uso di latte artificiale e sostituti del latte materno.
Se il Codice e le successive Risoluzioni fossero applicati e fatti rispettare ovunque, campagne pubblicitarie come queste non sarebbero consentite e le madri potrebbero basare le loro decisioni su informazioni scientifiche indipendenti, oltre che sul sapere tramandato da mamma a figlia (nei paesi dove ancora non si è persa la cultura dell’allattamento).
Il gruppo IBFAN inglese Baby Milk Action con un comunicato approva la denuncia del giornale The Independent (vedi: http://info.babymilkaction.org/pressrelease/pressrelease28jun13 ) e ricorda che episodi come questi sono all’ordine del giorno in tutti i paesi, perchè le Compagnie, lungi dal rispettare il Codice, continuano ad infrangerlo e ad aggirarlo, talvolta anche violando le leggi degli stati singoli (come ad esempio abbiamo più volte denunciato in Italia, per le forniture gratuite ai reparti maternità), dimostrando così a tutti che hanno molto più a cuore i loro profitti che non la salute dei bambini.
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