Nonostante la legge indiana vieti ormai da molti anni incentivi al personale sanitario da parte delle ditte che producono sostituti del latte materno, sembra evidente che corrompere i medici affinché prescrivano latte artificiale sia ancora oggi “il modo normale in cui si fanno gli affari in India” (dall’articolo del Daily Reporter). Nutricia, che nel 2012 ha acquistato la Wokhardt, una compagnia locale produttrice di alimenti per lattanti, pagava ai medici anche tre volte il loro salario mensile (15.000 rupie – 180 euro) per convincerli a prescrivere il latte artificiale ai neonati. I medici erano anche oggetto di cospicui regali, come poltrone per i loro studi o voli aerei.
Da Parigi, dove si trova la sede centrale della Danone, fanno sapere di avere politiche chiare di comportamento e di aspettarsi che tutte le ditte loro consociate, nei vari paesi del mondo, si adeguino alla policy aziendale. Insomma, non è colpa loro, non ne sapevano niente e non sono responsabili!
Noi continuiamo a pensare che Danone dovrebbe invece darci le prove tangibili di queste politiche aziendali a tutela del consumatore, iniziando a rispettare il Codice di cui è uno dei maggiori violatori insieme a Nestlè. E che nel frattempo, visti gli enormi potenziali che i mercati di paesi come la Cina e l’India rappresentano per queste ditte multinazionali senza scrupoli, è sempre valido il detto: “Timeo Danone et dona ferentes” (vedi l’articolo di Adriano Cattaneo al link http://saluteinternazionale.wordpress.com/2009/06/29/timeo-danone-et-dona-ferentes/)!
Ecco come un giornale americano ha riportato la notizia:
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