Il 20 gennaio 2014 l’EFSA ha pubblicato sul suo sito una revisione, commissionata a un gruppo di ricerca olandese, necessaria a stabilire quali siano gli ingredienti essenziali per i latti formulati per l’infanzia, iniziali e di proseguimento (http://www.efsa.europa.eu/en/supporting/pub/551e.htm).
Niente di nuovo per noi che abbiamo sempre sostenuto, in base alle evidenze scientifiche, non esserci alcuna prova che una formula sia migliore di un’altra addizionata di ingredienti tanto resi affascinanti dal marketing quanto inutile. Gli autori della revisione hanno rivisto tutta la letteratura sull’argomento dal 2000 in poi (ma molti articoli erano a loro volta delle revisioni di letteratura scientifica anteriore al 2000).
Con l’obiettivo di comparare le varie formule tra loro hanno trovato in letteratura 1350 articoli, tra i quali ne hanno selezionati 40, dopo aver escluso quelli di qualità troppo bassa per poterne ricavare informazioni valide. Hanno poi cercato di capire cosa producesse, in termini di nutrizione e salute, l’aggiunta o la modificazione di proteine, prebiotici, probiotici, acidi grassi di vario tipo, colesterolo, ferro, iodio, selenio etc. Risultato: nulla. Non esiste nessuna documentazione scientifica che formule addizionate con questi ingredienti facciano meglio di quelle non addizionate.
Hanno poi fatto lo stesso lavoro per comparare i latti di formula con il latte materno, definito come allattamento esclusivo o quasi (almeno 90% di latte materno) per almeno 4 mesi. Hanno trovato1316 articoli, di cui 23 validi. Il risultato lo conoscete già: il latte artificiale è inferiore al latte materno, indipendentemente dagli ingredienti più o meno numerosi che le ditte aggiungono alle loro formule.
Infine, hanno cercato in letteratura articoli su problemi di denutrizione infantile (generica o specifica per qualche micronutriente) in Europa. Da tutta la letteratura sull’argomento emerge che non esiste da nessuna parte in Europa la necessità di aggiungere qualcosa ai latti formulati per dare risposta a presunti problemi di denutrizione. Anche secondo questa analisi, l’aggiunta di ingredienti alla formula di base dei latti artificiali è inutile, salvo per eventuali sottogruppi di popolazione particolarmente vulnerabili.
Ripetiamo: cose già note. Quello che forse non sapevamo è quanto bassa sia la qualità della ricerca in questo campo, viste le percentuali di articoli esclusi dai ricercatori olandesi. Ma forse nemmeno questa è una sorpresa. La ricerca sui latti di formula è infatti finanziata al 100% dall’industria. Viene il sospetto che facciano apposta ricerca di bassa qualità, per usare a scopo di marketing risultati distorti. Del resto lo stesso succede con la ricerca sui farmaci finanziata dalle multinazionali del farmaco, come spiega bene Ben Goldacre nel suo libro “Bad Pharma”, recentemente pubblicato anche in Italia da Mondadori con il titolo “Effetti collaterali. Come le case farmaceutiche ingannano medici e pazienti”.
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