Più volte negli ultimi mesi abbiamo riportato sul nostro sito notizie di enti ed organizzazioni internazionali che, dopo aver esaminato le evidenze scientifiche disponibili, dichiaravano che i latti di crescita sono prodotti inutili nell’alimentazione dei bambini. Che siano inutili, è quello che noi di IBFAN diciamo ormai da anni: i bambini che ricevono il latte della mamma, non hanno bisogno di questi latti artificiali (perchè di questo si tratta: sono infatti prodotti con acqua, latte disidratato, dolcificanti, grassi di dubbia provenienza e un po’ di chimica). I bambini che non vengono allattati, dopo l’anno possono bere latte vaccino o bevande a base di cereali (latte di riso, di avena…) e ricavare da una dieta variata tutte le altre sostanze di cui hanno bisogno per crescere sani. Per di più, i latti di crescita sono dolcificati e aromatizzati artificialmente, quindi favoriscono cattive abitudini alimentari, e sono pure più costosi del semplice latte fresco.
Bene, oggi anche la SIP, Società Italiana di Pediatria, prende posizione su questi latti con una “nota informativa” allegata all’ultimo numero di Area Pediatrica, rivista della SIP, solo che la voce della SIP va nella direzione contraria rispetto a quella nostra, di Altroconsumo ma soprattutto dell’EFSA e della stessa OMS! Infatti, si legge nella nota che i latti di crescita “rappresentano un’arma in più per prevenire carenze di alcuni micronutrienti” che, si afferma, “…sono frequenti quando i bambini assumono latte vaccino e soprattutto quando ne assumono notevoli quantità, anche per la riduzione dell’appetito che ne può conseguire”. E poi ancora: “E’ spesso arduo il passaggio da un’alimentazione esclusivamente lattea ad una che comprende anche altri alimenti” e quindi “L’uso dei latti di crescita è uno strumento offerto al pediatra in vista di una nutrizione più bilanciata”… forse la SIP non ha mai sentito parlare di alimentazione complementare a richiesta e autosvezzamento?
Si conclude poi affermando che i latti di crescita coprono i bisogni nutrizionali dei bambini di età da 1 a 3 anni senza causare un eccesso di apporti di nutrienti e che quindi “la loro somministrazione, soprattutto nel secondo anno di vita, può essere utilmente consigliata, in modo particolare a quei bambini che sono a maggiore rischio di ricevere apporti nutrizionali inadeguati”. Ovvero: mamme, invece che affannarvi a proporre alimenti sani e variati, facilitatevi la vita con il latte artificiale: è dolce e veloce da somministrare, e dentro c’è stato messo tutto ciò che serve a vostro figlio!
Ci piacerebbe che venissero indicate nella nota informativa anche delle referenze scientifiche a dimostrazione di quanto affermato, che ci trova in disaccordo su tutta la linea.
Infatti, dove è scritto che il latte deve essere una fonte di ferro? E cosa sappiamo di quanto del ferro contenuto nel latte arricchito è veramente assorbito? Ma soprattutto, se un bambino dovesse avere una alimentazione sbilanciata perchè beve troppo latte vaccino, ha più senso correggere la sua dieta o sostituire il latte vaccino con un latte artificiale dolcificato e imbottito di ferro e vitamine? Non occorre essere scienziati per rispondere. E poi questi bambini dovrebbero essere una sparuta minoranza: allora perchè si vuole vendere latti di crescita a tutti gli altri?
Infine, ci piacerebbe che la SIP rendesse chiari e noti gli eventuali finanziamenti e sponsorizzazioni che riceve dalle ditte del baby food.
0 commenti